giovedì 2 febbraio 2017

Cervicalgia e Movimento Arcaico in fisioterapia

Il 20 gennaio scorso ho partecipato alla trasmissione “Focus” di Teletruria per parlare di fisioterapia, più specificamente di dolore cervicale e di come e perché un fisioterapista può utilizzare il Movimento Arcaico nella riabilitazione. Guarda il video o leggi i contenuti di quanto ho spiegato riportati più sotto.



Quando un paziente ha dolore al collo, come può sapere se si tratta di un problema di cui non preoccuparsi o se è un problema grave?

Spesso si cerca una risposta inequivocabile a questa domanda nei raggi X, nella risonanza magnetica o nell’elettromiografia, che sono in effetti gli esami che di solito vengono prescritti ai pazienti che lamentano dolore cervicale. In realtà non è così semplice: ci sono persone che hanno ad esempio un quadro radiografico che sembrerebbe disastroso ma hanno poco dolore o addirittura nessun dolore, e ci sono persone che hanno esami normali o quasi che invece lamentano un dolore importante, magari da molto tempo.
Ecco perché il paziente a cui viene consegnato un referto che sembra pieno di anomalie strutturali non deve spaventarsi: sia il dolore che il suo miglioramento, molto spesso non vanno di pari passo con le rilevazioni strumentali.
Considerando gli stati dolorosi della cervicale d’interesse principalmente fisioterapico, il fisioterapista può dire che un paziente è più o meno grave a seconda della velocità con cui migliora grazie al trattamento che sta effettuando.

Di cosa c’è bisogno per eliminare il dolore cervicale? Il collo deve rinforzarsi? Rilassarsi? Fare movimento?

Il rinforzo per il collo non serve, tranne rari casi in cui la muscolatura si è ridotta per una prolungata immobilità. Nella maggioranza delle situazioni, all’inizio il collo ha bisogno di rilassarsi, perché quando c’è un dolore cervicale da qualche parte c’è un muscolo, o una parte di un muscolo, o più di un muscolo in contrattura. E c’è anche bisogno di eliminare l’accorciamento della fascia connettivale che riveste muscoli e articolazioni. A questi scopi esistono vari metodi. Quello che a me ha dato i risultati migliori e più veloci è la tecnica di disattivazione dei Trigger Point, che applico eseguendo un massaggio a pressione crescente in varie zone a seconda dell’esito dei test di valutazione iniziali.
La cervicalgia riguarda solo il collo, oppure ha delle connessioni con altre zone del corpo?
Anche quando il paziente percepisce solamente un dolore nella regione cervicale, quasi sempre oltre che al collo è necessario trattare la regione dorsale, ad esempio come manovre di osteopatia. Inoltre il trattamento dei trigger point è spesso necessario in zone diverse dal dolore, compresa una zona che si trova dove magari il paziente non immaginerebbe mai, e cioè qualche centimetro sotto l’ascella.

Cos’è il Movimento Arcaico e quale ruolo può avere ha nella riabilitazione?

Il Movimento Arcaico in fisioterapia si può considerare un metodo che consente la memorizzazione della nuova sensazione, migliore della precedente, che il paziente ha raggiunto rilassando e riallungando i tessuti grazie al trattamento manuale o altra tecnica. E fa sì che questa nuova sensazione venga associata non solo al rilassamento, ma anche al movimento.
Il Movimento Arcaico ci fa ottenere questi risultati recuperando i nostri movimenti archetipici, cioè i movimenti che ci appartengono per natura, e che da bambini è normale sperimentare grazie all’istinto, senza che nessuno ce li insegni, movimenti che vanno di pari passo con la nostra salute e che nella nostra società purtroppo l’adulto tende a dimenticare.
Praticare Movimento Arcaico, come ho notato nei miei pazienti, permette di prendere di nuovo coscienza di come vitalità e rilassamento non sono affatto contrapposti come spesso si tende a pensare (ad es. “vado a lavoro e sono teso, ma poi in compenso vado in un centro benessere e mi rilasso”), e anzi possono essere ben integrati e bilanciati fra loro.
Alcuni dei movimenti riscoperti in questo metodo ricordano quelli dei cuccioli di animali; altri nascono dall’osservazione delle società primitive odierne, tipicamente quelle africane, persone non influenzate dalle nostre tecnologie ed eccessive comodità, che hanno una postura perfetta senza che nessuno abbia dato loro lezioni di postura.

È corretto dire che alla scomparsa del dolore, col Movimento Arcaico, si aggiunge un senso di benessere?

Il benessere si può provare in svariate occasioni e con una grande quantità di esperienze. Il Movimento Arcaico dà qualcosa in più rispetto a una semplice sensazione di benessere: permette di provare la sicurezza nel muoversi e la libertà di muoversi. L’impatto positivo che questo produce è particolarmente evidente, direi lampante, quando si osserva il paziente, ma è abbastanza impossibile da spiegare a parole. Tornando a parlare in termini di patologia e fisioterapia, diciamo che il Movimento Arcaico è il miglior modo per prevenire recidive dopo che il dolore è passato (perché il corpo che agisce secondo natura è un corpo che tende a non andare incontro a problemi di postura e di rigidità) e il miglior modo per conseguire un cambiamento vero, che coincide col ritrovare a livello corporeo il vero sé stesso.

Quanto è importante in questo processo il ruolo del nostro cervello?

Il cervello ha un ruolo centrale non solo perché è l’organo che recepisce i segnali dolorifici, ma anche perché perché il dolore ha a che fare con la memorizzazione e l’abitudine. Quando il nostro Movimento Arcaico viene perso, il sistema nervoso centrale inizia a memorizzare altro: una postura alterata, schemi di movimento alterati, e soprattutto una percezione alterata, che porta addirittura il paziente a pensare più o meno consciamente che avere quel dolore sia una cosa normale, quando ovviamente non è così. Per questo devo ogni tanto ricordare ai miei pazienti un concetto fondamentale per la nostra salute: al dolore non ci si deve abituare. Le persone devono capire che il dolore, specialmente quello che dura da molto tempo, ha una grande componente che riguarda il condizionamento percettivo del sistema nervoso. Se per mesi o anni ad esempio si è stati abituati a sentire dolore al collo girando la testa verso destra per più di 45 gradi, il cervello probabilmente ha fissato nella sua memoria questa percezione, che farà la sua parte nell’impedire che il miglioramento raggiunto con la terapia sia duraturo, se non prestiamo attenzione a questo miglioramento, se non ci soffermiamo su di esso ricondizionando lo schema percettivo.

Una persona che ha un dolore cervicale può rivolgersi direttamente a un fisioterapista o deve prima passare dal medico?

Può rivolgersi direttamente al fisioterapista, perché è un professionista della salute che si occupa fra l’altro di dolori dell’apparato locomotore, dolore cervicale compreso, e fra le cui competenze rientrano il trattamento del paziente e anche la sua valutazione iniziale.
Naturalmente il fisioterapista sa quando fermarsi qualora ci sia un ragionevole sospetto che la problematica debba essere approfondita in maniera diversa da un altro operatore della salute.
Aggiungo che un fisioterapista con esperienza sa anche ascoltare e osservare il paziente in modo da capire se e in che misura il dolore lamentato ha una componente emozionale, perché è anche in base a questa che sceglie di includere, evitare o posticipare l’uso dell’uno o dell’altro metodo.

Per scoprire il Movimento Arcaico, visita il sito www.movimentoarcaico.it