Nel raccogliere informazioni sullo stato del paziente, il fisioterapista può servirsi fra l'altro del cosiddetto "diario del dolore", utile a capire l'andamento di un sintomo nel tempo.
Diversamente da com'è fatto un diario così come lo si intende nell'immaginario comune, il diario del dolore è un semplice foglio quadrettato (stampato o realizzato a mano con matita e righello) che il paziente aggiorna quotidianamente, disegnando dei pallini che costituiranno un grafico.
Le linee orizzontali devono essere 11; per quanto riguarda quelle verticali, sarà il fisioterapista a decidere il loro numero, a seconda di quanto duratura sarà la presa in carico del paziente e quindi del periodo da monitorare.
Sulla destra, in corrispondenza delle linee orizzontali, devono essere scritti, procedendo dal basso verso l'alto, i numeri dallo zero al 10.
In basso, in corrispondenza delle linee verticali, devono essere scritte le date a partire dal giorno in cui si inizia la compilazione; per far questo ci si può limitare a scrivere il numero del giorno (il mese e l'anno possono essere sottintesi); si può anche omettere di scrivere le date, tranne quelle in cui si effettuano le sedute di fisioterapia, affinché il fisioterapista individui a colpo d'occhio il periodo fra due sedute di cui osservare la variazione del dolore.
Ogni giorno, a un orario prefissato, il paziente disegna una pallina in corrispondenza della data in corso, ad una certa altezza a seconda dell'intensità del dolore: zero corrisponde a nessun dolore, 10 corrisponde al massimo dolore immaginabile.
Periodicamente il fisioterapista osserverà il grafico che il paziente avrà disegnato e si farà così un'idea di quanto e come il dolore è variato.
Inoltre questo grafico serve anche al paziente, affinché si renda conto dei propri miglioramenti: a differenza di quanto si potrebbe credere, infatti, spesso abbiamo una memoria molto fallace sulla intensità del dolore; di qui l'utilità di avere questa sorta di diario che mostra l'evoluzione del sintomo in modo inequivocabile.