venerdì 26 agosto 2016

Trattamento dei trigger point - caso clinico di dolore all'anca e lombalgia


Fisioterapia Montevarchi
Donna di 30 anni.

A fine luglio 2015 verosimile attacco ischemico transitorio, che dopo alcune ore apparentemente si risolve.
Pochi giorni dopo, mal di testa persistenti (che percepisce come diversi dalle sporadiche cefalee avute in precedenza) e difficoltà a parlare e a riconoscere oggetti e persone. Su prescrizione del neurologo si sottopone a una terapia farmacologica che però non sortisce risultati, anzi insorge un deficit di sensibilità dell’arto inferiore sinistro e conseguente alterazione del cammino con compensi posturali nonostante l’impegno nel riprodurre un corretto schema del passo; tali compensi permangono anche dopo il graduale ripristino della sensibilità, completato a metà gennaio 2016.

A partire da tale periodo la paziente percepisce una scarsissima mobilità della parte sinistra del bacino, all’inizio saltuaria, poi sempre più frequente e infine costante; ha dolori e limitazioni articolari a ginocchio e caviglia.

In seguito si compromette in maniera importante il quadro generale soprattutto per il peggioramento del dolore ai movimenti attivi di anca e ginocchio sinistri:

- da supina, flessione dell’anca limitata a pochi gradi, rotazione interna dell’anca senza dolore ma anch’essa limitata;
- da prona estensione dell’anca impossibile così come la flessione del ginocchio;
- in decubito laterale dolore all’anca anche a riposo e elevazione dell’arto solo per metà escursione;
- da seduta estensione del ginocchio completa ma con dolore alla coscia anteriormente e all’inguine;
- in piedi, flessione del ginocchio minore di 90°, estensione dell’anca impossibile, abduzione molto limitata e flessione molto dolorosa.

Insorge inoltre una lombalgia.

Esegue trattamenti fisioteapici da cui però non trae alcun beneficio: massaggio lombare, tecar lombare (interrotta dopo pochi minuti in quanto aumentava il dolore) ed alcune manovre osteopatiche.

Durante il cammino il piede sinistro striscia al suolo, salire le scale è faticoso e doloroso, ed è impossibile trovare una posizione comoda da tenere a lungo senza fastidi, tanto che è disturbato anche il sonno nonostante il supporto farmacologico.

La paziente spesso ha dolori al limite del sopportabile quando alla sera torna dal lavoro, che si svolge in piedi per tutta la giornata.

La qualità della vita della paziente è molto compromessa anche dal punto di vista psicologico, in quanto ha sempre amato camminare (era abituata a grandi passeggiate sia in montagna che in città), mentre da settimane si ritrova costretta a prendere i mezzi pubblici anche per piccolissimi tratti.

A luglio si sottopone per due giorni consecutivi a sedute fisioterapiche con trattamento dei trigger point.

Vengono valutati e trattati alcuni punti sui seguenti muscoli di sinistra:

- massetere
- temporale
- retto dell’addome e obliqui dell’addome
- adduttori
- grande, piccolo, medio gluteo
- pettineo
- tensore della fascia lata

Dopo la prima seduta la paziente non ha più lombalgia e torna a casa camminando normalmente.

Alla fine della seconda seduta la maggior parte dei dolori è diminuita o scomparsa; persiste un moderato dolore nell’area inguinale. Nel corso delle giornate successive i dolori migliorano ulteriormente.

La paziente fa lunghe passeggiate e, valutando il buon ripristino della sua salute, nella seconda metà di agosto decide di effettuare un’escursione in montagna, completando tutto il percorso senza dolore.